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Musica e Vita Interiore
"La filosofia, l'arte e la scienza possono forse, insieme, trovare una forma più autentica di fede e di culto, di unione mistica. Potrebbero contribuire a illuminare i nostri contemporanei, non necessariamente per salvare noi stessi, perché non abbiamo fatto granché per meritarlo, ma per le generazioni future. È questa la mia più grande speranza." È riduttivo ricordare Yehudi Menuhin come uno dei più grandi violinisti del Novecento. Nato a New York da genitori ebrei, ancora bambino consacrato al grande successo negli Stati Uniti, fu acclamato in seguito dal mondo intero. Quest'opera raccoglie pensieri e riflessioni dello straordinario musicista intorno alla musica, all’arte, alla politica, risultato non di analisi teoriche, ma di esperienze che lo hanno condotto a una visione interiore della musica e dell'esistenza. In Menuhin la conoscenza dell'arte diviene conoscenza della vita di tutti i giorni, l'atto stesso di vivere una ricerca artistica. Una concezione profonda, che pone in primo piano l’importanza dell'etica nell'azione umana, essenziale per la costruzione di un mondo nuovo.

L’ Arte Speranza dell’Umanità
L'autore affronta gli argomenti più diversi, quali l'ambiente, la creatività, la società di consumo, l'idea di stato e di felicità, con uno sguardo lucido, talvolta utopico, ma sempre ottimista. Per l'autore il lavoro e il piacere, l'arte e la vita, lo spirito e il corpo lungi dall'essere in contraddizione, si completano per formare un tutto, così la conoscenza dell'arte diviene conoscenza della vita di tutti i giorni e l'atto stesso di vivere una ricerca artistica.

In Solitaria Parte. Breve passeggiata tra le stanze di Giacomo Leopardi
"Le cose che non sapeva, le immaginava. La sua fantasia era senza freni, instancabile e libera, faceva grandi le piccole cose, illuminava quelle oscure, abbelliva le disadorne. Niente era senza senso. Ragionava con le nubi, interrogava alberi e fiori. Accarezzava sassi e legni. Alle lucciole era affezionato in modo particolare. Al loro volo lento, leggero, intermittente. Alla vita breve."

Clairières dans le ciel
Clairières dans le Ciel", opera di Francis Jammes, poeta simbolista le cui opere sono state pubblicate in Francia da Gallimard, viene qui presentato nella traduzione di Maria Luisa Spaziani. Il cofanetto include il CD In Memoriam Lili Boulanger che contiene, insieme a Clairières dans le Ciel musicato tra il 1913 e 1914, composizioni significative della intera produzione della musicista francese, prima donna ad aver vinto nel 1913 il Gran Prix de Rome.

Il Taccuino di Simone Weil
Un romanzo filosofico che ripercorre – sotto forma di taccuino – il cammino di una pensatrice fuori dal comune, vissuta... Leggi tutto

William Shakespeare
Lina Maria Ugolini dà vita a una storia curiosa e avvincente che si incolla semplicemente all’immaginario del bambino.

Rumi. La mistica del Suono e la Danza dei Dervisci
La brezza dell’alba ha segreti da dirti non tornare a dormire. Chiedile ciò che ti sta a cuore non tornare a dormire. Qualcuno viene e va attraverso le porte che allacciano i mondi non tornare a dormire. Gialal al-Din Rumi

Rossini. Piano Pianissimo, Forte Fortissimo.
Proprio quel giorno, in via del Duomo a Pesaro, nacque un bambino. Suo padre, Giuseppe Rossini, suonava la trombetta e il corno. La mamma, Anna Guidarini, era una bella ragazza che cuciva cappelli e cantava da soprano con voce d’angelo. Si racconta che le doglie del parto lacera- vano la donna distesa sul letto e che accanto a questo letto ci fossero le statuette di alcuni santi. Anna li supplicava d’alleviare il proprio dolore, quando a un tratto cominciò a soffiare un forte vento e a piovere con fragore. Il tuono di un fulmine fece cadere dal comodino tutte le statuette ad eccezione di quella di San Giacomo. All’improvviso il vento cessò, la pioggia finì e il pianto pieno di respiro di un bel bambino salutò la vita. I genitori decisero di chiamarlo Gioacchino, il figlio benedetto da un santo e da una notte di pioggia passeggera. Quel bambino crescendo sarebbe diventato il grande Gioacchino Rossini ma per questa nostra storia è solo Gioacchin Burrasca...

Ravel
Maurice Ravel amava la terra di Spagna. Sua madre Marie era Basca, il padre Joseph aveva origini svizzere. Nell’arte musicale di Ravel, coesistevano due nature: il ritmo esatto degli orologi, dei congegni e il ritmo della terra andalusa composto dal battito dei piedi e delle mani, un ritmo scandito da chitarre gitane, dalla danza di scialli con lunghe frange, dallo scatto dei ventagli aperti in creste di merletto. Come era bello ricordare il fuoco dell’infanzia, trascorsa con Édouard, il suo caro fratello, un fuoco cordiale che teneva compagnia perché amico dell’uomo.

Mozart e la Ricerca della Felicità
Il 27 gennaio 1756, nella piccola città di Salisburgo, faceva molto freddo. A Getreidegasse numero 9, una povera donna di nome Anna Maria, assistita dal marito Leopold Mozart, rischiava di morire dando alla luce il suo ultimo figlio. Anna Maria, che aveva già perduto diversi figli in tenera età, decise di dare a quel bambino, tanto desiderato, un nome speciale che lo proteggesse durante tutta la sua vita. E per far meglio, gliene diede due: Wolfgang, che vuol dire che ha il passo del lupo, perché fosse un bambino coraggioso, e Amadeus, che vuol dire che ama Dio, perché avesse una speciale protezione dal cielo.